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STRATEGIA, UMILTÀ E TANTA VOGLIA DI FARCELA: I SEGRETI DELLA NAZIONALE ITALIANA AL CAMPIONATO DEL MONDO DI PESCA A FEEDER

E’ partita dall’aeroporto di Bologna, sabato 17 giugno, la fantastica avventura della squadra nazionale italiana di pesca a feeder, diretta in Portogallo per il campionato mondiale e composta dal vice capitano Marco Manni e dagli atleti Christian Gadda, Angelo De Pascalis, Mirko Govi, Mario Casale, Andrea Canaccini, Angelo Pizzi, il dirigente federale Stefano Sarti e il fuzionario delegato Enrico Tricoli. Lo staff tecnico composto da Stefano Linati, Massimiliano Tacchetto e Alessandro Cappoia li aveva preceduti per il trasporto su strada dell’attrezzatura, mentre il capitano Maurizio Setti era stato impossibilitato a partire fino al martedì successivo per motivi familiari.


Sembrava essere un’impresa impossibile. Gli inglesi, durante gli allenamenti del lunedì e del martedì, avevano pescato alla grande e il loro posto sul podio sembrava essere sicuro. Le prove degli italiani non avevano dato buoni risultati, pur constatando sin da subito che la pesca migliore poteva essere quella alle alborelle. Ma la tenacia e la strategia del capitano e del vice capitano azzurri hanno fatto la differenza. Infatti, avendo osservato che i punteggi migliori gli avversari li ottenevano nei box esterni del settore, hanno desunto che non era la tecnica a portare risultati ma semplicemente l’assegnazione di una posizione favorevole. I nostri atleti, ben preparati nella pesca alle alborelle, potevano sperare di raggiungere un buon risultato in ogni postazione.


La pesca alle alborelle non è una pesca scontata” dice il Capitano Maurizio Setti “richiede tecnica e manualità ed avendo sperimentato questa specialità in precedenti allenamenti, io e il mio Vice Marco Manni abbiamo deciso di puntare su di essa. Il mercoledì, il giovedì e il venerdì, abbiamo chiesto agli atleti di pescare alborelle a turni e quando abbiamo realizzato che la pesca riusciva e che alle nostre spalle avevamo un mucchio di occhi indiscreti e intenti a catturare segreti e tecniche, abbiamo smesso. Il sabato siamo arrivati sul campo gara carichi e sicuri e abbiamo portato in nassa 3 kg di alborelle, poi quando la domenica per Mario Casale è stato estratto un primo posto nel settore, ho sentito che anche la fortuna era dalla nostra parte. Allora era compito di Mario portare il grosso del bottino puntando alle carpe e quello dei compagni di squadra difendere la posizione di Mario con le alborelle”. La pesca al pesce di grossa taglia, infatti, non era stata tralasciata dai CT e dai componenti del Team Italia che arano pronti a cambiare tattica in base alla situazione che si prospettava davanti.


La strategia è, così, risultata vincente e ad un sabato conclusosi con 19 penalità è seguita una domenica meno pescosa ma sicuramente valida a tenere la squadra sul primo gradino del podio.


Una vittoria indimenticabile” dice Setti, voluta fortemente in questi ultimi anni e costruita con sacrificio, allenamento e qualche sconfitta. Perché i successi si raggiungono facendo tesoro delle esperienze vissute e non ripetendo gli errori già fatti. Insieme con Marco Manni e con Maurizio Natucci, in questi anni, mi sono assunto la responsabilità di portare dei cambiamenti in squadra, suscitando anche notevoli critiche nel mondo del feeder italiano, ma oggi sono veramente contento delle scelte fatte. I complimenti dei pescatori professionisti inglesi ci hanno dato ragione, la nostra vittoria è stata frutto di un’attenta e ragionata impostazione della gara. E se noi tecnici siamo stati bravi a dare delle direttive, gli atleti sono stati bravissimi a recepirle e a metterle in partica. Il gruppo di quest’anno era veramente vincente grazie a preparazione ed entusiasmo mista a umiltà e determinazione.


Mantenere questi risultati nelle stagioni prossime sarà difficile – continua Setti - ma dobbiamo farcela, l’inno italiano intonato sul podio e gli applausi ricevuti dai grandi campioni internazionali della pesca sono stati un’emozione indescrivibile che voglio provare ancora!


Con la Federazione, che ringrazio fortemente per la fiducia che mi ha dimostrato, crediamo in questo gruppo e nella possibilità di attingere nuove leve dai Campionati Italiani.


Alla mia famiglia, poi, rivolgo i miei più cari ringraziamenti, per aver assecondato questa mia grande passione, per aver compreso le mie assenze e per avermi anche sostituito in situazioni interne di necessità, a loro dedico questa vittoria e sono felice di poterli ricompensare in questo modo dei loro sacrifici”.

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