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IL FIUME VERSILIA È IN SECCA: «RETINO E SECCHIELLO, COSÌ SALVIAMO MIGLIAIA DI PESCI» L'IMPRESA DELLA FIPSAS MASSA CARRARA

Si erano asserragliati, come estremo tentativo di difesa, in una pozza d’acqua, profonda poche decine di centimetri, per sfuggire a una morte certa. E proprio lì, in quella chiazza umida e ancora limpida del fiume Versilia, celata dal soffocamento innescato da calura e siccità, migliaia di piccoli pesci sono stati salvati dai volontari della Fipsas di Massa Carrara, la Federazione che fa da riferimento alla pesca sportiva e subacquea. «Siamo intervenuti appena in tempo: ancora poche ore e non ci sarebbe stato più niente da fare» spiegano i volontari che ieri mattina si sono ritrovati lungo il letto del fiume che attraversa Ponte di Tavole, fra Querceta e Forte dei Marmi.

Una vicenda, quella del salvataggio, che ha il suo incipit una settimana fa quando un amante delle passeggiate lungo fiume, Rossano Salvatori, segnala la criticità del Versilia e di conseguenza il rischio sopravvivenza per i pesci, al vice-sindaco Adamo Bernardi che, a sua volta, allerta l’assessorato all’ambiente. Ad attivarsi è il giornalista Gionata Paolicchi, esperto di pesca che vive in Versilia e che, compresa la problematica, coinvolge la Fipsas. «Ci collaboro da anni: non abbiamo perso tempo dando via all’organizzazione dell’operazione», precisa sempre Paolicchi. Operazione che, per i profani, potrebbe sembrare semplice, ma che in realtà impone tecniche e tempistiche da integrare come mille tasselli di un puzzle.

«Prontamente i volontari dotati di fuoristrada, retini, vasca con ossigenatore guidati dal presidente della sezione locale Massimiliano Giacich e dal suo vice Stefano Sarti - spiegano - sono riusciti in poche ore prima a recuperare e a salvare migliaia di esemplari e poi a portarli un chilometro più a valle, in una zona dove il fiume ha sempre acqua e non va mai in asciutta». Piccoli pesci che rispondono a varie specie: fra questi cavedani, barbi, cefali.

«Il sopralluogo effettuato solo una settimana fa, aveva evidenziato - proseguono i volontari - che nella stessa pozza d’acqua oggetto di intervento stamani - ieri per chi legge, ndr - la profondità era di oltre un metro: nel breve volgere di pochi giorni eravamo già arrivati a soli 30 centimetri. In poche parole, come detto, ancora 3 o 4 giorni e non ci sarebbe stato più niente da fare. Per altro i pesci si sono salvati da uccelli come cormorani, gabbiani, aironi perché la sponda in cemento del fiume aveva, in quella sede, una rientranza di alcune decine di centimetri tale da garantire una sorta di zona sicura, un riparo, per salvarsi dagli attacchi. Se così non fosse stato nessun pesce sarebbe sopravvissuto». Una problematica, quella causata dalle poche piogge e dal fiume che va in graduale secca in molti tratti, che complice l’estate, rischia di riproporsi, in contesti ancora più drammatici, in futuro.

Da qui l’ appello dalla Federazione e dai volontari. «Si invita la cittadinanza a segnalare agli uffici ambiente dei comuni di residenza o del tratto di fiume interessato anche di altre zone del Versilia, situazioni che dovessero presentare criticità. In questi casi non bisogna perdere tempo perché anche poche ore, sono fondamentali».

(Fonte: Il Tirreno)

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