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PESCA RICREATIVA CON IL PALAMITO: LA FIPSAS RINNOVA AL MINISTERO LA REVOCA DEL DECRETO

Il decreto ministeriale 30 gennaio 2024, pubblicato sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in data 29 febbraio 2024(Visualizza il DM), prevede la riduzione del numero di ami consentiti per la pesca ricreativa effettuata con il palangaro (o palamito), da 200 a 50 ami per imbarcazione, e il divieto di utilizzo dei salpa-reti elettrici o collegati a motori termici per questo attrezzo.

Tali disposizioni di fatto cancellano la pratica di una tecnica di pesca di antichissima tradizione e diffusa su tutte le coste italiane. La pesca ricreativa con il palamito è una modalità di pesca ricreativa consentita dalla legge, praticata e amata da tantissimi pescatori dilettanti.

Dalle motivazioni del provvedimento emerge che il decreto è stato emanato per tutelare la risorsa ittica, per contrastare la pesca illegale e per tutelare gli interessi della pesca professionale. Tali motivazioni sono del tutto pretestuose e ideologiche.

I pescatori ricreativi respingono fermamente l’accusa di praticare la pesca illegale.

La pesca illegale è cosa diversa dalla pesca ricreativa e dalla pesca ricreativa con il palamito. La pesca illegale è un fenomeno trasversale riscontrabile in tutte le categorie della pesca (professionale e ricreativa) e chi la pratica è un bracconiere che deve essere punito sulla base delle regole severe che già esistono. La pesca illegale e la vendita del pescato si combattono con i controlli (in mare, a terra, nei ristoranti) e non con l’inasprimento delle norme che di fatto certifica la rinuncia a effettuare controlli efficaci.

Non vengono forniti dati scientifici sull’effettivo impatto dello strumento sulla risorsa ittica, che viene solo presunto, e la misura presa appare basata su facili semplificazioni prive di alcun pregio. Al contrario, lo sforzo associato è pienamente sostenibile in quanto l’attrezzo è selettivo e il suo uso ampiamente compatibile con i limiti di pescato previsti dalla normativa modificata dal decreto (la riduzione a 50 ami vuol dire di fatto rendere impossibile la pesca con lo strumento).

La regolamentazione della pesca ricreativa non può essere fatta per tutelare, come è scritto nelle motivazioni del decreto, i legittimi interessi della pesca professionale senza alcuna consultazione della categoria interessata dalla misura. La risorsa ittica è un bene comune e non esiste alcuna prelazione su di essa per la pesca professionale, essendo piuttosto l’impatto sulla risorsa il criterio da porsi a fondamento delle misure.

Le associazioni rappresentative degli interessi della pesca sportiva e ricreativa non sono state minimamente consultate, essendo il provvedimento emanato per rispondere a sollecitazioni dei rappresentanti della pesca professionale.

Con lettera 19 marzo 2024, FIPSAS ha inviato al Ministro un’argomentata nota tecnica per chiedere un incontro e la revoca del decreto. Non è stata ottenuta alcuna risposta. I pescatori ricreativi italiani non possono accettare questa mancanza di considerazione.

I pescatori ricreativi (più di 2 milioni secondo le stime) meritano rispetto. Ridurre la possibilità di pescare con il palamito a 50 ami per imbarcazione vietando ogni ausilio elettrico, senza approfondire realmente la materia e con queste modalità e motivazioni, non denota alcun rispetto per la categoria.

Si ribadisce pertanto al Ministro la richiesta di revocare la misura introdotta per consentire ai pescatori ricreativi un effettivo esercizio della pesca con il palangaro o palamito e di coinvolgere FIPSAS, come del resto accade in ogni altra sede istituzionale, nella discussione di qualsiasi aspetto normativo riguardante il settore della pesca sportiva e ricreativa.

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