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AL CARPITALY LA FIPSAS RILANCIA LA LOTTA AL BRACCONAGGIO ITTICO

Oggi a Gonzaga, nella prima giornata del Carpitaly, si è tenuto un convegno, organizzato dalla FIPSAS, dal titolo “Bracconaggio ittico: nuova legislatura, noi ci siamo”. L’intenzione della Federazione era proprio quella di ricordare e ribadire al nuovo governo che il problema del bracconaggio è tutt’altro che risolto e che bisogna urgentemente riprendere il disegno di legge del ex Senatore Bossi e farlo diventare realtà.

Il convegno è stato moderato da Francesco Ruscelli, che ha aperto la discussione rammentando che i lavori per il Disegno di Legge 1335/2019 “Modifiche all’articolo 40 della legge del 28 luglio 2016, n.154” sono partiti qualche anno fa proprio al Carpitaly. Il tempo successivamente trascorso tra pandemia e impegno politico è stato dedicato ad approfondimenti tematici e confronti tra le diverse parti che hanno portato all’attuale stesura della norma, largamente condivisibile e sostenibile.

Erano presenti Simone Bossi, Senatore della precedente legislatura e principale autore del disegno di legge, Marco Carra neoeletto al Consiglio della Regione Lombardia, il Ten. Domenico Tedesco Capo Sezione Operativa S.O.A.R.D.A. – Raggruppamento Carabinieri CITES, Tommaso Cappuccio Responsabile Vigilanza FIPSAS Regione Veneto e il Prof. Ugo Claudio Matteoli Presidente FIPSAS.

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Simone Bossi ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato alla stesura dell’attuale disegno di legge e ha manifestato rammarico per non aver visto approvato un disegno di legge che avrebbe segnato un passo fondamentale nella lotta al bracconaggio ittico. Il disegno di legge è stato riproposto in questa legislatura dopo aver cercato il confronto e trovato il dialogo con tutte le parti in causa: pescatori sportivi e ricreativi, pescatori professionali e partiti politici. Infatti la scelta di bloccare la pesca professionale nei fiumi e nei canali italiani è una decisione forte ed ha bisogno di argomentazioni e competenze adeguate. Bossi crede che attualmente la legge sia largamente condivisibile, è una legge di buon senso presentata sia al Senato che alla Camera e non potrà che trovare il consenso da parte di tutti.

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Il Ten. Tedesco ha evidenziato che la legge è lo strumento che dà la possibilità di contrastare questo scempio, messo in atto in Italia principalmente da soggetti di origine rumena che hanno dovuto interrompere le loro attività nel delta del Danubio, divenuto da qualche anno Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Questi bracconieri si sono quindi trasferiti in Italia dove utilizzano reti e elettrostorditori con i quali stanno devastando la fauna ittica. Le operazioni svolte hanno permesso di sequestrare quintali di pescato, ingenti attrezzature e di confiscare immobili dove avveniva lo stoccaggio ittico. Tra l’altro la commercializzazione del pesce, che a volte viene venduto anche in Italia, avviene senza il rispetto di norme igieniche previste per la catena del freddo. I bracconieri sono divisi in gruppi e si spostano rapidamente dalla Pianura Padana al resto d’Italia, le operazioni svolte dalle forze dell’ordine richiedono l’utilizzo di strumentazioni avanzate, necessarie a localizzarli, e un notevole dispiego di uomini e di energie. Spesso ci si trova in situazioni particolarmente rischiose che mettono a repentaglio l’incolumità dei soggetti addetti alle operazioni di antibracconaggio. Per queste motivazioni, il Tenente sostiene l’importanza di definire tale fenomeno un reato e di poter condannare questi criminali all’espulsione dal territorio italiano.

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Marco Carra ricorda il percorso fatto con la Federazione, le autorità e i colleghi di altri schieramenti, è convinto della correttezza della legge ed è sicuro che presto si arriverà ad una svolta.

Tommaso Cappuccio, intervenuto in rappresentanza delle mille guardie ittiche nazionali FIPSAS, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento del corpo di sorveglianza che, oltre alla preziosa attività di controllo del corretto esercizio della pesca, svolge un fondamentale ruolo di mediazione tra le amministrazioni locali e la polizia provinciale.

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Il Presidente Matteoli ha ringraziato il Tenente Colonello Testa, da cui il Ten. Tedesco ha ricevuto il testimone, e Alessandro Pagliarini con i quali si è iniziata questa battaglia. Sottolinea che l’approvazione della legge che vieta la pratica della pesca professionale nei fiumi e nei canali in Italia non risolve completamente il problema, dato che ritiene necessaria una riqualificazione del reato, da contravvenzione a delitto, che rappresenti un deterrente al perpetrarsi di questa piaga che oramai da troppi anni affligge le nostre acque.

Matteoli ha ricordato inoltre un altro problema che attualmente ostacola la pratica della pesca sportiva in Italia: il divieto di immissione della trota fario nelle acque nazionali. A questo proposito ha auspicato che la legislatura possa completare il suo iter in modo da arrivare alla risoluzione di queste problematiche.

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