In riferimento alla Legge 28 luglio 2016, n. 154, che contiene le sanzioni in materia di pesca illegale (artt. 39 e 40), anche se, inizialmente, da parte di alcuni pescatori ci sono stati apprezzamenti negativi sulla limitata efficacia dell'impianto normativo proposto, può oggi essere ritenuta un fondamentale tassello del mosaico che si sta componendo con l'attività investigativa (indagini preliminari) autorizzata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e che si auspica possa essere soltanto il principio di una serie di attività per promuovere la repressione dei reati legati al bracconaggio ittico e l’applicazione delle misure introdotte anche con l'art. 40 della L.154/2016.
C'era il bisogno di una scossa, un esempio come è stato per il blitz di Rovigo, facendo sentire la presenza dello Stato ai cittadini e, in particolare ai tantissimi pescatori sportivi, per far sì che le attività di controllo e di contrasto al gravissimo fenomeno della pesca di frodo - ha affermato il Presidente della FIPSAS, Prof. Claudio Matteoli - rappresentassero un segno tangibile di volontà di affrontare il problema seriamente, un primo passo nella direzione di trovare una immediata e importante soluzione al fenomeno della pesca di frodo e definire un percorso per giungere a una vera e propria legge che tuteli a 360° la pesca ricreativa e le acque interne italiane".La FIPSAS non si fermerà e non lascierà nulla al caso, si attiverà affinché, quanto prima, opportuna comunicazione di questa grande iniziativa di contrasto arrivi anche alle altre Istituzioni competenti sul territorio, affinché, nel prenderne atto in tempi stretti, possano intervenire prevedendo strumenti e controlli più efficaci per arginare una piaga che sta ampliandosi sempre di più, con pesanti effetti negativi sull’economia e sulla tutela ambientale del nostro Paese.
