Grande partecipazione, oltre cento i presenti nella sala auditorium dell'Interporto di Rovigo, alla giornata organizzata dal Comitato Regionale Veneto della FIPSAS, per l’aggiornamento delle Guardie Giurate Volontarie del Veneto in merito alla legge 154/2016 articolo 40 inerente il contrasto al bracconaggio ittico nelle acque interne.
La giornata si è svolta con il contributo della Regione Veneto ed il patrocinio della Provincia di Rovigo. I lavori sono stati aperti da Alessandro Pagliarini, del Comitato Provinciale di Rovigo e Consigliere Regionale FIPSAS, che ha svolto anche le funzioni di moderatore del dibattito.
Oltre cento gli intervenuti a questa giornata in cui si è parlato di regole per la pesca in acque interne e tra questi, i Consiglieri Federali Bruno Dotto, Claudio Nolli, Massimo Rossi, Luigi Stuani e Lorenzo Ziboni, alcuni Consiglieri del Comitato Provinciale di Rovigo e membri del Consiglio Regionale veneto FIPSAS, diverse altre Associazioni e tante Guardie Volontarie.
Dopo l’apertura di Pagliarini la parola è passata al padrone di casa, il Presidente della Provincia di Rovigo Marco Trombini, che ha voluto sottolineare l’ottimo rapporto instaurato con la Federazione a tutti i livelli e il grande contributo che le tante guardie volontarie presenti hanno dato e stanno dando in funzione della lotta al bracconaggio ittico.
Il testimone è poi passato all’Assessore regionale del Veneto Cristiano Corazzari che ha voluto ricordare la partenza di questo importante progetto, da tutti condiviso, già dal Congresso di Gonzaga nell’ambito del Carpitaly e anche lui ha voluto rimarcare che senza il supporto del volontariato la lotta al bracconaggio, anche se ancora con tante cose da fare, non sarebbe quello che è oggi.
Saluti e ringraziamenti a tutti gli intervenuti da parte di Giovanni Pavan Presidente della Fipsas di Rovigo, Paolo Gentilomo del Comitato Regionale Veneto Fipsas, e Luigi Stuani per il Consiglio Federale della FIPSAS.
Al termine dei saluti di rito si è passati al tema principale della giornata e l’Avv. Matteo Riovanto ha presentato alcuni dati inerenti il bracconaggio ittico, dati forniti dall’Università di Ferrara, nei 5000 chilometri di canali, 14 ettari di acqua, nel 2013 il patrimonio ittico sia calato di circa il 30% toccando oltre il 60% nel 2016. Il fenomeno del bracconaggio ittico, meglio definito con “ esercizio illegale della pesca “, si sta allargando su tutto il territorio nazionale e la legge 154/2016 articolo 40 è sicuramente un deterrente , ma non potrà da sola fare sparire il fenomeno, una grossa mano a tutto questo lo da sicuramente la prevenzione attraverso la vigilanza e quindi tutto il lavoro delle guardie ittiche volontarie è decisamente oro colato.
Ha poi preso la parola l’Avv. Giuseppe Sarti ( penalista ) che ha dato grande rilevanza, in sala e sul campo, alla presenza dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e sottolineando purtroppo l’assenza di un Pubblico Ministero che in questo contesto sarebbe sicuramente l’interprete principale. L’avvocato ha voluto sottolineare come in Italia purtroppo, soprattutto per questi casi, vige la certezza dell’impunità e quindi diventa estremamente difficile poter intervenire.
Anche con l’articolo 40 non c’è la certezza della pena, perché non obbligatoriamente si arriva al penale, ma anzi il passaggio della legge che cita “ penale o amministrativo “ grazie a quella “ o “ si porta il tutto al massimo della sanzione amministrativa, che poi scende del 50% e che ovviamente pochissimi pagano.
Al momento attuale non esiste una soluzione definitiva, quindi oltre a lavorare con i legislatori per migliorare la legge al momento attuale bisogna incentivare una efficace attività di prevenzione e in questo le guardie volontarie sono linfa vitale.
Finito l’aspetto strettamente legale ha preso la parola Il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Porto Tolle Maresciallo Andrea Paganin, che ha spiegato i tre tipi di intervento che solitamente svolgono i carabinieri e precisamente il Servizio Istitutivo, il Servizio Mirato e il Servizio per il Bracconaggio. I primi due sono auto esplicativi mentre il terzo viene fatto cercando di fermare i bracconieri subito dopo il carico su furgoni o altro del pesce recuperato in modo fraudolento, quindi potendo contestare la flagranza di reato e quindi attivare le relative procedure. La parte finale del corso ha visto l'intervento del Tenente della Guardia di Finanza Stefano Alfieri che ha spiegato ai partecipanti il corso come la Guardia di Finanza tuteli l’economia reale e il patrimonio economico.
“L’operazione Siluro” nasce proprio a questo scopo e per evitare inutili sprechi di risorse e di uomini il contrasto al bracconaggio non si è orientato ad interventi in acqua, per cercare la flagranza di reato, ma andando a controllare le aziende che solitamente operano, basandosi sulle comunicazioni ricevute dalla guardie volontarie e sui dati dei movimenti eseguiti, con i bracconieri attraverso verifiche fiscali mirate, attivati se rivolte a privati dalla Procura della repubblica, mentre se rivolta ad aziende con un semplice ordine di servizio. Tutto il lavoro è svolto a stretto contatto con il Servizio Sanitario per ovvi motivi.
Al termine del corso è stato aperto il dibattito con gli intervenuti e grazie all’estrema chiarezza dei temi trattati dai relatori sono state poste solo un paio di domande prima di chiudere definitivamente questo corso organizzato dal Comitato Regionale Veneto della Fipsas.