«Una risonanza magnetica che aiuta nel miglior modo possibile chi deve tradurre i numeri in politiche attive». Con questa immagine, il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli ha introdotto il rapporto Istat "Conoscere il mondo della disabilità" presentato a Roma ieri, 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un’iniziativa nata dall’interazione tra Istat, Comitato Italiano Paralimpico e Inail e patrocinato dalla Camera dei Deputati, per aprire le porte sul mondo della disabilità nel nostro paese, in modo attento, sensibile e dettagliato.
L’incontro è stato aperto da Franco Bettoni, Presidente Inail, cui è seguito il contributo di Gian Carlo Blangiardo, Presidente Istat e di Luca Pancalli, Presidente Comitato Italiano Paralimpico. Ha illustrato il Rapporto Maurizio Franzini, Consigliere Istat e Professore ordinario all’Università La Sapienza di Roma. Presenti per portare le loro testimonianze e quali ambasciatori dello sport paralimpico, Assunta Legnante e Giulia Ghiretti.
La FIPSAS, Federazione della Pesca Sportiva, delle Attività Subacquee e Nuoto Pinnato, da sempre consapevole dei grandi benefici che le persone con disabilità ricevono dallo sport nel loro percorso di accettazione, consapevolezza di sè e delle proprie potenzialità, era naturalmente presente. Da anni infatti nella pesca, nelle attività subacquee e nel nuoto pinnato ci sono discipline che abbracciano la voglia e la volontà di ragazzi e ragazze che si impegnano a sfidare la proprie capacità non solo in ambito agonistico ma anche in attività sociali, pedagogiche e ricreative organizzate sul territorio.
L’obiettivo di questo incontro e soprattutto dello studio ISTAT è stato quello di fornire i dati necessari affinchè i numeri diventino politiche capaci di formare un welfare che includa tutti, senza esclusioni e con pari diritti.
In Italia sono ben 3 milioni e 100 mila le persone con disabilità. Tre milioni di persone, “in carne e ossa” come ha sottolineato Pancalli, che devono essere portatori di diritti non di Handicap.
La sofferenza e il disagio non possono restare inascoltati e addirittura escludere i soggetti dalla vita sociale ma devono trasformarsi in qualcosa di vitale; lo sport è il viatico privilegiato attraverso cui uomini e donne con disabilità possono trovare la misura di sè stessi e una soddisfazione personale che è nutrimento anche per gli altri.