Gli agenti sono intervenuti domenica 14 febbraio e questa mattina per sventare un duplice episodio di bracconaggio in località Cittanova nel Comune di San Donà di Piave lungo il ramo del canale Brian, dove son state scoperte 350 metri di reti da pesca destinate a raccogliere carpe e siluri e nella quale son rimaste incastrate anche delle tartarughe.
Il blitz è scattato grazie anche ad una segnalazione del consigliere metropolitano Costante Marigonda che ha subito informato la Polizia Ittico Venatoria. Gli agenti, in base anche alle indicazioni della Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee), hanno individuato un primo punto in cui erano presenti delle reti abusive calate nell’acqua ed hanno deciso di predisporre un appostamento in attesa che qualcuno le recuperasse.
Sul posto, sempre domenica sera, poco prima delle 20, si è fermata un’auto con targa dell’Est Europeo da cui è sceso un uomo con una torcia che ha solamente controllato che le reti fossero ancora in acqua, per poi risalire e andarsene. La rete, alta circa 2 metri e lunga 100 metri, aveva già imbrigliato una decina di testuggini autoctone che sono state subito liberate, e alcune carpe oltre ad un esemplare di siluro di circa 30 kg.
Questa mattina, gli agenti della Polizia Ittico Venatoria della Città metropolitana, si sono nuovamente recati in località Cittanova dove hanno individuato una seconda rete calata in acqua: in questo caso lunga 250 metri e che aveva imbrigliato 25 carpe e 7 siluri. Le tartarughe e le carpe sono state rilasciate in acqua mentre i siluri dovranno essere smaltiti perché animali che danneggiano l’ecosistema del Brian.
Questo ultimo particolare tipo di pesce, secondo le indagini degli agenti della Polizia Ittico Venatoria, potrebbe venir pescato abusivamente per alimentare una sorta di mercato nero gestito proprio da stranieri dell’est europeo.
La targa dell’auto notata domenica sera vicino al Ramo del Brian è stata comunque segnalata ai carabinieri di San Donà. Da parte degli agenti metropolitani proseguirà, invece, il monitoraggio dei canali e fiumi dove possono verificarsi casi simili.
(Fonte: comunicato stampa
Città Metropolitana di Venezia
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