Il Comitato Regionale FIPSAS Abruzzo esprime profonda preoccupazione e indignazione per il gravissimo disastro ambientale in atto sul Canale 8000 del Fucino, uno dei principali canali artificiali del sistema idrico marsicano, da sempre punto di riferimento per la pesca sportiva e per l’equilibrio ecologico dell’intero territorio.
Negli ultimi giorni si è registrata una drammatica morìa di fauna ittica: le acque del canale risultano stagnanti, maleodoranti e prive di ossigeno, segni inequivocabili di un ecosistema al collasso.
Tonnellate di pesci morti, in avanzato stato di decomposizione, giacciono lungo il corso d’acqua, come documentato dalle numerose segnalazioni fotografiche ricevute da pescatori, cittadini e associazioni locali.
Dalle prime verifiche sul campo, emerge con evidenza che la causa principale di questo disastro è riconducibile agli eccessivi prelievi a fini irrigui effettuati nel comprensorio del Fucino, in assenza del rispetto del Deflusso Minimo Vitale (DMV), in violazione del D.Lgs. 152/2006 e delle normative regionali sulla tutela delle acque.
La completa assenza di flusso ha trasformato il Canale 8000 in una trappola mortale per l’intero ecosistema acquatico, compromettendo non solo la sopravvivenza delle specie ittiche, ma anche la qualità ambientale e la sicurezza sanitaria del territorio.
La FIPSAS Abruzzo, in questi anni, ha investito risorse, tempo ed energie nella riqualificazione e valorizzazione del Canale 8000, trasformandolo in un polo di attrazione per la pesca sportiva a livello regionale e interregionale.
Eventi, competizioni e attività promozionali hanno portato nel Fucino centinaia di appassionati, anche da fuori regione, generando ricadute economiche significative e valorizzando l’immagine del territorio.
Vedere svanire in pochi giorni tutto questo lavoro rappresenta una ferita profonda, non solo ambientale, ma anche sociale e culturale.
Ancora una volta, le vere sentinelle dell’ambiente sono i pescatori, che senza proclami roboanti ma con impegno costante e senso civico, lavorano ogni giorno a tutela dell’ambiente e del bene comune. È grazie alla loro vigilanza e al loro amore per il territorio se questo disastro è stato tempestivamente denunciato e documentato.
Non ci rendiamo conto che stiamo distruggendo un ecosistema e che, ben presto, le conseguenze ricadranno anche su coloro che oggi sfruttano indiscriminatamente le risorse, convinti – erroneamente – che siano infinite.
Alla luce della gravità della situazione, la FIPSAS Abruzzo chiede con urgenza:
- l’immediato intervento degli enti competenti (Regione Abruzzo, ARTA, Consorzi di Bonifica, ARAP, Carabinieri Forestali, ASL veterinaria);
- l’accertamento delle responsabilità per la palese violazione delle normative ambientali e in materia di risorse idriche;
- l’attivazione di un tavolo tecnico interistituzionale per una gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di coniugare le esigenze del comparto agricolo con la tutela dell’ambiente.
Non è più accettabile che l’acqua pubblica venga prelevata in modo indiscriminato, mettendo a rischio la vita nei corsi d’acqua e ignorando i principi fondamentali di sostenibilità, legalità e precauzione.
La FIPSAS Abruzzo, nel pieno rispetto del proprio mandato a tutela del patrimonio ittico e ambientale, si riserva di attivare tutte le azioni necessarie, anche in sede legale, per far valere i diritti dei cittadini, dei pescatori e delle future generazioni.
Il territorio non è una risorsa da sfruttare fino all’esaurimento, ma un bene comune da custodire.