Si è tenuto il 26 novembre scorso a Forlì, presso la sala Europa del Caccia & Country - Fishing Expo, un talk show televisivo sul tema “Pesca sportiva e bracconaggio ittico”, che è andato in streaming sul canale Agrilinea (www.agrilinea.tv).
Presenti il Consigliere Federale Fipsas Massimo Rossi, il Direttore Fiops Francesco Ruscelli, Marco Rizzoli del Servizio attività faunistico-venatorie e pesca della Regione Emilia-Romagna, Alessandro Scarponi di Match Fishing Italia e Paola Fantinelli di Arci pesca Fisa.
Il dibattito è stato l’occasione per fare il punto sull’attività svolta in questi anni per arginare il fenomeno del bracconaggio ittico nelle acque interne e per verificare gli obiettivi che devono ancora essere conseguiti.
La pesca di frodo nel Po, che comprende circa 4mila chilometri di corsi d'acqua solo nel Ferrarese, è un fenomeno in crescita costante. Uno studio dell'Università di Ferrara ha appurato un calo del patrimonio ittico in queste zone pari a a un terzo e il timore fondato è che nel giro di qualche anno l'intero ecosistema ne risenta. L'allarme da queste parti è molto sentito anche perché i canali del grande fiume sono spesso teatro di gare di pesca sportiva, attività molto fiorente. Gli stessi abitanti, in coordinamento con la Polizia provinciale di Ferrara, collaborano a pattugliare i fiumi. A inizio anno è stata approvata dalla Regione Emilia-Romagna una legge contro il bracconaggio ittico nelle acque interne che rafforza la vigilanza e inasprisce le sansioni contro la pesca di frodo.
L’auspicio di tutti i partecipanti al talk show è stato quello che la politica possa inasprire la legge contro il bracconaggio prevedendo oltre che il sequestro di tutte le attrezzature, auto comprese, pene detentive per i predoni delle nostre acque. Sicuramente importante la partenza di un osservatorio a carattere nazionale, il primo passo è stato fatto con la firma del protocollo di intesa tra l’Arma dei Carabinieri e la Fipsas e sicuramente altri passi si faranno prima della fine dell’anno. Un significativo passo sarebbe sicuramente quello che alcune regioni, Toscana ed Emilia Romagna su tutte, che ancora non prevedono la possibilità di dare in concessione le acque si allineino con quelle Regioni che questo importante passo hanno già fatto come Veneto e Lombardia per citarne alcune.