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EMILIA-ROMAGNA, PROGETTO DI LEGGE REGIONALE PER L'ISTITUZIONE DI AREE DI PESCA REGOLAMENTATA IN CONCESSIONE

Si è tenuta ieri, 2 maggio, presso la sala Polivalente "Guido Fanti" del palazzo della Regione Emilia-Romagna, l'udienza conoscitiva promossa dai Consiglieri della Lega Fabbri, Liverani, Rancan e Pettazzoni, volta ad acquisire osservazioni e proposte in merito alla modifica della Legge Regionale n. 11 del 7 novembre 2012, recante le "norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne".
All'incontro aperto ad enti, associazioni ed istituzioni che operano nel settore della pesca e della promozione e tutela degli ambienti acquatici, ha partecipato anche la FIPSAS con i Consiglieri Federali Massimo Rossi, Claudio Nolli, Bruno Dotto e Lorenzo Ziboni ed i rappresentanti le guardie ittiche volontarie, focalizzando l'attenzione sull'opportunità data dalla modifica della legge regionale 11/2012 con l'introduzione di un nuovo punto riguardante l'assegnazione di aree di pesca regolamentata in concessione. Ciò garantirebbe, infatti, un vantaggio in termini di garanzie e di maggior controllo delle acque regionali, una maggiore manutenzione, il ripopolamento e una migliore fruizione delle acque stesse da parte dei numerosi pescatori sportivi e ricreativi.
La vigilanza svolta dalle guardie ittiche volontarie FIPSAS gioca, in tal senso, un ruolo fondamentale.
Secondo Flavio Manaresi, Consigliere Regionale Provinciale FIPSAS Bologna e componente la Commissione Ittica Regione Emilia-Romagna "i vantaggi di avere la concessione delle acque libere sono sostanzialmente tre: 1. controllo del territorio, controllo svolto attraverso le guardie volontarie ittiche, vigilanza che richiede mezzi e per le quali è necessario trovare delle risorse ed avere le acque in concessione è una risorsa; 2. gestione del territorio e miglioramento delle acque date in concessione; 3. sviluppo del territorio. Ci sono spazi bellissimi nel nostro territorio, acque dimenticate, in territori che soffrono dal punto di vista economico, che potrebbero avere un rilancio. La risposta deve essere data a tutte quelle persone che praticano la pesca, non solo chi fa agonismo, ma anche alla stragrande maggioranza di pescatori ricreativi emiliani, romagnoli, toscani, lombardi, umbri che frequentano le nostre acque e che vengono esclusivamente per scopo ricreativo”.
Affidare le acque in concessione permetterebbe di creare una piccola economia circolare dove, attraverso i contributi dei pescatori fruitori delle acque stesse, si garantirebbe un fondo da reinvestire nei controlli, nella vigilanza, nella sicurezza e nella riqualificazione dell'habitat.

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