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IL “SENSO DELL’ACQUA” DI UGO CLAUDIO MATTEOLI

L'intervista del Presidente Matteoli pubblicata sul sito di IEG Italian Exhibition Group :
 

Lo storico presidente di FIPSAS ci parla del mondo della pesca sportiva e di un futuro sostenibile di grandi successi sportivi

Classe 1947 e una passione per la pesca nata in gioventù che non accenna ad esaurirsi. Ugo Claudio Matteoli ha “i piedi in acqua” da una vita, gran parte della quale dedicata alla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee (FIPSAS) del CONI, di cui è Presidente Nazionale dal 2001, recentemente rieletto per un ulteriore quadriennio.

Avviata nel 1942 da un gruppo di pescatori lombardi, l’allora FIPS è cresciuta diventando una delle più complesse Federazioni del CONI, aprendosi una decina di anni dopo alle attività subacquee che nel dopoguerra hanno iniziato a diffondersi, come per esempio il recupero mine. Oggi rappresenta non solo la pesca sportiva, ma oltre trenta discipline tra cui apnea e nuoto pinnato, fotosub, rugby e hockey subacqueo, la didattica e tutto ciò che prevede l’uso delle pinne. L’acqua è il fil rouge che lega circa 200 mila tesserati e 3000 società su tutto il territorio nazionale.

Una realtà complessa che abbraccia lo sport e il sociale e che lei, Presidente, conosce da lungo tempo.

Da cinquant’anni, per la precisione. Ho iniziato come agonista, poi sono stato giudice di gara a livello provinciale, regionale e nazionale, presidente di sezione provinciale, responsabile regionale e nazionale dell’attività sportiva, fino a diventare presidente. Conosco e ho vissuto in prima persona tutte le attività della Federazione, comprese quelle sociali, importantissime. Pensi che FIPSAS è l’unica Federazione ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come Associazione di Protezione Ambientale e dal Ministero del Lavoro come Associazione di promozione sociale per attività con disabili, giovani ecc. Inoltre è riconosciuta dalla Protezione Civile, cui diamo supporto per interventi subacquei.

Dalla sua posizione, cosa ha visto cambiare di più nel tempo?

La burocrazia che ci strangola e ci costringe ad occuparci di carte e documenti invece che dedicarci interamente allo sport! In quanto ente privato con una parte pubblicistica abbiamo da gestire le incombenze sia dei soggetti privati che di quelli pubblici.

Parliamo di sport: l’Italia è protagonista in gare di livello assoluto nella pesca.

Siamo un popolo di pescatori che conta più o meno 2,5 milioni di sportivi. Come Federazione vinciamo un centinaio di medaglie all’anno, siamo di gran lunga la più titolata del Coni. Presiedo a livello internazionale la pesca in acque interne seguendo tutti i campionati del mondo – circa 25 competizioni all’anno – e noi italiani siamo al top, nettamente i più forti del mondo nella pesca. In tutti i tipi di pesca, sia in acque interne che in mare. Risultati straordinari che dipendono sia dall’organizzazione basata sulle società sportive – peculiarità tutta italiana – una “famiglia” per i pescatori con cui si creano legami molto forti che in altri paesi non esistono, sia dalla solidità economica derivante dai tesseramenti e dalla gestione di acque di proprietà e in concessione. Abbiamo perciò la possibilità di lavorare al meglio con le nostre nazionali con stage, raduni di preparazione, allenamenti durante l’anno. E i risultati si vedono, non solo nella pesca, ma anche nella pesca in apnea, nell’apnea, nel nuoto pinnato, ecc.

Tecnica e tecnologia quanto pesano?

La tecnologia pesa tantissimo. Quando ho iniziato, un milione di anni fa, si usavano pesantissime canne di bambù. Oggi la tecnologia e l’innovazione nei materiali consentono canne più leggere, ami diversi, lenze al carbonio. E poi c’è la tecnica, che si impara con lo studio e l’allenamento. La pesca non è fortuna: chi vince, e vince spesso, va a pescare quasi tutti i giorni. Ma c’è qualcosa che non si impara ed è il “senso dell’acqua”. Un pescatore che ce l’ha arriva su un fiume e con uno sguardo solo capisce dove sta il pesce; riesce a vedere il giro di corrente, le proprietà dell’acqua. È qualcosa in più che la tecnica non dà.

E la sostenibilità, cosa vuol dire in questo ambiente?

Per noi è fondamentale e si esplica, per esempio, nell’obiettivo di applicare a tutte le gare il principio del “catch & release”, ovvero l’obbligo di rilasciare il pesce vivo e sano dopo la cattura. Quasi tutte le nostre competizioni lo prevedono già e assegnano penalizzazioni o addirittura la squalifica in caso contrario. Facciamo poi educazione ambientale, parlando agli studenti delle scuole italiane di ciclo dell’acqua, vita acquatica, inquinamento, e organizziamo con i subacquei attività come la pulizia dei fondali.

Per una community così ampia quanto è importante ritrovarsi dal vivo, in occasioni come la fiera?

La fiera è l’unico momento vero in cui la community si ritrova al completo. Aver collocato la prossima edizione di PESCARE SHOW verso al fine dell’anno, in pieno accordo con Italian Exhibition Group e FIOPS, permette di presentare le novità agli operatori di settore e offrire agli appassionati delle anteprime. È un evento importante anche per discutere dei problemi della pesca, offrire seminari, corsi, presentare gli atleti della federazione e organizzare le premiazioni in un momento molto propizio, prima che riparta l’attività agonistica e riapra la stagione.

Pensando ai prossimi 4 anni del suo mandato, qual è la sfida più grande?

La sfida più grande è far sì che la Federazione diventi, anche grazie a Pescare Show, un “faro” del settore a cui sia i tesserati che i non tesserati sappiano di potersi sempre rivolgere.

 

(fonte : https://www.iegexpomagazine.com/il-senso-dellacqua-di-ugo-claudio-matteoli/ )

 
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