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SCOVATE LE TRAPPOLE DEI BRACCONIERI DISSEMINATE LUNGO IL CORSO DEL PO IN PROVINCIA DI ROVIGO

La polizia provinciale ha sequestrato delle reti abusive che sono riaffiorate dal fiume Po in secca.

Il tutto è avvenuto venerdì 1 luglio: la polizia provinciale, in collaborazione con le guardie giurate ittiche volontarie della Fipsas rodigina, ha effettuato un servizio nautico lungo l'asta del fiume Po, nel tratto compreso tra l’abitato di Crespino e la frazione di Bottrighe in territorio comunale di Adria. Il rilevante abbassamento del livello idrometrico di questi giorni e la limitata portata d’acqua del fiume Po ha permesso agli agenti del Reparto Operativo di Rovigo di individuare una notevole quantità di attrezzi da pesca illeciti tutt’ora utilizzati dai responsabili del fenomeno del bracconaggio ittico e del relativo degrado del fragile ecosistema fluviale.

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Nel corso dell'operazione, denominata “Senza Reti”, iniziata alle prime luci dell'alba con i monitoraggi dei tratti arginali e degli attracchi fluviali per concludersi ben oltre al tramonto, è stata ampiamente perlustrata la sponda dell'argine sinistro del Po, alla ricerca di reti abusive ed attrezzi da pesca non autorizzati e posizionati da pescatori di frodo.

Dislocati in vari punti del fiume, a poca distanza dal battente dell'onda, sono stati complessivamente rinvenuti dodici attrezzi da pesca abusivi del tipo bertovello di dimensioni ragguardevoli e non regolamentari, con misure della bocca d'ingresso comprese tra i 130 e i 180 centimetri di diametro, il regolamento provinciale pesca stabilisce il limite in 100 centimetri; per tali caratteristiche costruttive, queste reti sono inserite nell’elenco degli “strumenti ad alta capacità di cattura” e considerate responsabili di danno ambientale rilevante da parte della normativa vigente.

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Le attrezzature, peraltro non adeguatamente segnalate dagli appositi dispositivi previsti dalle leggi in materia di pesca e di sicurezza della navigazione, sono state sequestrate a carico di ignoti, recuperate e trasportate sino al reparto operativo della Polizia Provinciale di Rovigo a disposizione delle autorità competenti per le procedure di confisca e distruzione.

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Nonostante la riduzione dell’organico, dovuta al mancato turnover e per effetto delle recenti riforme della Pubblica Amministrazione, prosegue l’azione della Polizia Provinciale di Rovigo, organo di vigilanza specializzato in materia ambientale, chiamato ad arginare il fenomeno della pesca abusiva nei bacini fluviali, a salvaguardia della fauna ittica e a tutela della pesca professionale e sportiva che opera nel rispetto delle regole, al fine di evitare il depauperamento della risorsa ittica presente nelle acque polesane.

(fonte: https://www.polesine24.it/ )

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