Imputate quattro persone. E’ la prima volta che la Federazione intende costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento del danno.
Prima udienza ieri avanti al Gup Carlotta Franceschetti, del Tribunale di Ferrara, del procedimento penale a carico di quattro persone, individuate come gli autori degli episodi di bracconaggio avvenuti in Valle Santa e sorpresi dai Carabinieri Forestali durante la fase di raccolta dei 500 chilogrammi di pesci. Dopo gli arresti i militari avevano immediatamente ributtato in acqua i pesci ancora vivi, circa 300 chili, mentre gli altri 200 chili, già morti e non più idonei al consumo alimentare, sono stati sequestrati e destinati alla distruzione. Ma l’evento importante, che segna una pietra miliare nei casi di bracconaggio ittico, è l’ammissione sia del Consorzio di Bonifica che della Sezione Fipsas di Ferrara quali parti civili nel processo penale a carico dei bracconieri di origine rumena.
La costituzione di parte civile è stata ritenuta dal Giudice ammissibile: in quanto al Consorzio di Bonifica perché il capo di imputazione riguarda il furto di pesce e in quanto alla Sezione Fipsas in qualità di ente di protezione ambientale. Durante il dibattimento, la difesa degli imputati ha offerto euro 1000 a titolo di ristoro dei danni subiti dal Consorzio di Bonifica. Quest'ultimo li ha trattenuti in acconto del maggior danno, ma non rimetterà di certo la querela. Il processo proseguirà nell'udienza fissata del 2 maggio p.v.
Una eventuale sentenza di condanna, a favore delle parti civili costituite, incontrerebbe oggettive difficoltà di essere eseguita nei confronti di soggetti evanescenti. Tuttavia, risulta di fondamentale importanza il risultato ottenuto che può rappresentare un precedente in situazioni analoghe. Poiché la fattispecie del bracconaggio si applica fatto salvo che non sussista un più grave reato (in questo caso il furto di pesce subito dal Consorzio) toccherà anche alla Sezione Fipsas di Ferrara sporgere autonoma querela per ottenere il risarcimento dei danni subiti.
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