Presentati al recente congresso ittiologico di Parma, nella sessione poster, le prime attività ed i primi risultati della Carta Ittica di Bacino in provincia di Ragusa, l’unica avviata a tutt’oggi in Sicilia. Le indagini sono state svolte dal Biologo Antonino Duchi con la collaborazione della collega Monica Giampiccolo e dei guardiapesca della FIPSAS di Ragusa, con il sostegno del Libero Consorzio comunale di Ragusa.
La Carta Ittica rappresenta un documento fondamentale per la conservazione e gestione della fauna ittica e della pesca, nonché della pianificazione del territorio e degli ambienti acquatici in particolare. Esistono diverse fasi della Carta Ittica: la Carta Ittica regionale, provinciale e la Carta Ittica di Bacino. In Sicilia non era stata ancora attivata alcuna Carta Ittica di Bacino.
I primi passi di essa sono stati effettuati recentemente in provincia di Ragusa ad opera del Biologo Antonino Duchi, con la collaborazione della Dssa Monica Giampiccolo e dei Guardiapesca della FIPSAS di Ragusa, con il sostegno del Libero Consorzio comunale di Ragusa.
Le attività svolte nonchè i primi risultati ottenuti sono stati sintetizzati nella sessione poster del recente convegno ittiologico di AIIAD (Associazione Italiana Ittiologi Acqua Dolce) a Parma con il titolo: “Primi passi di una carta ittica di bacino in Sicilia: la provincia di Ragusa”.
I monitoraggi e le ricerche sono state al momento focalizzate su due bacini fluviali ritenuti di particolare interesse: l’Irminio ed il Tellesimo, in cui sono stati eseguiti campionamenti ittici quantitativi, nonché monitoraggi ambientali specifici. Va infatti evidenziato che la provincia di Ragusa è stata la prima ad effettuare monitoraggi scientifici quantitativi tramite pesca elettrica in Sicilia, già dai primi anni ‘90, e quindi ha sviluppato una significativa esperienza in merito.
Le indagini svolte, se pure ancora preliminari, hanno comunque permesso di evidenziare ad esempio aree di riproduzione per la trota selvatica ovvero di perfezionare metodiche di campionamento ittico alternative, già avviate in provincia di Ragusa. Sono state inoltre individuate nuove fonti d’impatto ambientale, quali lo sversamento di liquami in torrenti in alcuni siti non precedentemente monitorati nella Carta Ittica Provinciale di Ragusa dei primi anni 2000.
“E’ spiacevole constatare che le indagini in via di sviluppo stanno non solo confermando i risultati della Carta Ittica provinciale “afferma il Biologo Duchi “ma hanno sfortunatamente evidenziato che nulla è stato fatto per migliorare la situazione ambientale, nonostante le varie e diversificate proposte di miglioramento contenute nella Carta ittica dei primi anni 2000. Queste sono quindi ancora in gran parte, se non totalmente, valide e vanno quindi indubbiamente attuate”. E’ quindi un vero peccato che si siano sprecati circa 20 anni.